mercoledì 30 maggio 2007

V


L’uomo vestito in nero attese. Attese che arrivasse. Impaziente. Trepidante. Soffiava concentrici anelli di fumo gelido dalle labbra intirizzite per il freddo e la pioggia. Un diluvio incessante. E accusatore. Nella mano, un piccolo sacchetto di tela. Stretto in pugno come nella morsa di un temibile ragno. Generava piccoli ma intensi fiotti di luce verde. L’uomo digrignò i denti. Imprecò sottovoce. La pelle raggrinzita del volto si arricciò. L’ennesimo fulmine fendé la volta celeste. Brutalmente. Il cielo pianse una stella, che impavida e coraggiosa, era uscita ad affrontare la potenza della tempesta. Si spense. Poi, un’ombra. Lontana. Giungeva con andatura malferma e si appoggiava ad un bastone consunto. Anch’egli era coperto da una mantella scura. L’uomo sogghignò. E rafforzò la presa del sacchetto. L’ombra avanzò decisa. Aveva il respiro corto. L’uomo lo percepiva anche a quella distanza. L’ombra si fermò di colpo……
………la pioggia……
un lampo…
e la luce.
- Finalmente, Philippe. – ruppe il silenzio l’uomo. Gli occhi aperti. Feriti dall’acqua.
L’ombra restò lì. Ansimante.
Il campanile emise un rintocco. Forte.
- Hai portato quello che ti avevo chiesto, Philippe?
L’ombra deformò qualcosa del suo aspetto malconcio. Il volto. Il sorriso. Sogghignò beffardo.
- E tu, Tropez? – domandò.
L’uomo fece saltare nel palmo della mano il sacchetto. – Io mantengo fede alle promesse.
L’ombra sputò. – Pirata! – sbraitò sottovoce.
L’uomo stava per perdere la calma che gli rimaneva. Bramava troppo. – Consegnamela, Philippe.
- Prima tu, Tropez. – gridò l’ombra.
L’uomo stirò il braccio all’indietro. Caricò. E abilmente, lanciò il sacchetto. L’ombra si leccò il labbro superiore. Rise acuto. Mise la mani a coppa e…afferrò pronto l’oggetto. Un lampo inondò l’ambiente di una luce accecante. Un tuono rombò. L’uomo ululò stufo.
- Avanti, Philippe. Ora tu !
L’ombra sfilò qualcosa da una tasca interna alla mantella. Sembrava anch’esso un sacchetto. Di forze minori rispetto all’uomo, Philippe effettuò un tiro più debole. Ma che, arrivò ugualmente al destinatario. Tropez ridacchiò. Sinistro. – Grazie, vecchio.
Entrambi sciolsero il laccio che chiudeva i sacchetti. Avidi. Ne scoprirono il contenuto con una voracità fremente. Due getti di luci ne uscirono fuori. Uno smeraldino. L’altro argenteo. L’uomo guardò l’ombra con espressione crudele. – Alla salute, Philippe.
Osservò mentre quello si portava il contenuto del sacchetto alla bocca. Ed eccitato, lo fissò mentre lo trangugiava affamato. Lui, il suo lo teneva saldo nella mano. Voleva godersi lo spettacolo.
L’ombra lanciò un urlo strozzato.
Si serrò le mani in gola.
Gli occhi sbarrati.
Rossi.
Il bastone cadde...
Un filo di bava colò dai bordi delle labbra.
In ginocchio.
L’ombra si accasciò...
- P..p..pirata!
Le ultime parole. Come il sibilo di un serpente.
Poi, Philippe cadde. L’uomo guardò sdegnato il corpo della vittima. Lo maledisse. Si sollevò il cappuccio in testa. Richiuse il suo sacchetto. E si perse nelle ombre.

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