giovedì 31 maggio 2007

VI


- Ohi!
Jack balzò in piedi. Si morse il labbro inferiore per attutire il dolore. Qualcosa lo aveva afferrato per la parte posteriore dei pantaloni sgualciti e lo aveva addentato. Un pizzico minuto ma deciso. Come la sensazione che ne era scaturita dopo. Di bruciore. Lieve ma marcato. Girò la testa per osservare la vittima di tale efferato attacco. Il suo fondoschiena. Le braccia che roteavano nell’aria. Impazzite. – Dannazione! – imprecò secco. Non si vedeva sangue. Ne brutti tagli. Solo un minuscolo granchio penzolante aggrappato al lembo dei suoi pantaloni. Sembrava che lo stesse salutando con fare burlesco. Ho beccato un pirata, stavolta, pareva dire. Jack lo guardò con malanimo. Sbuffò.
- Stupide creature! Su avanti, tornatene a casa. – lo invitò calmo. Il granchio sbatté le palpebre. Gli occhietti neri si imperlarono. Jack si sentì in dovere di aggiungere un pizzico di vivacità alla voce.
- Ho detto sho! – imperò. – Sho! Via!
L’animale mollò la presa, sconfitto, e saltò in acqua.
– Bravo granchietto! – si complimentò Jack. Portò una mano sul sedere e se lo massaggiò. Faceva male, però. Il sole era appena sorto. Sul mondo nasceva un nuovo giorno. Il mare era una culla di quiete. L’acqua limpida e accesa specchiava il fondale sabbioso con invidia. Non amava dover mostrare qualcosa di maggiore bellezza. Jack si rese conto di essersi addormentato per molto tempo. La mappa, per fortuna, giaceva ancora dove l’aveva lasciata. Anche la bottiglia di rum e la buss….
…la bussola….
- La mia bussola?! – ululò come una femminuccia. – La mia bussola, la mia bussola! Dove è l-a m-i-a b-u-s-s-o-l-a?!
Disperato, si mise alla ricerca. I capelli aggrovigliati e crespi urtavano con i mille pendagli che decoravano il capo del pirata. Provocando fastidiosi tintinnii. Jack storse la bocca in un’espressione di disgusto e paura. Senza quel aggeggio, in apparenza rotto e inutile, Jack vagabondava perduto. Poi, un lampo. Nella mente stretta del pirata. Jack si bloccò. Immobile. Iniziò a pensare. Una infinità di idee gli vorticò nel cervello. Ed infine, arrivò quella giusta.
- Il granchietto! – mormorò incredulo.
Appoggiò le mani sul bordo della chiatta e guardò oltre la trasparenza cristallina del mare. Guardò giù. Giù negli abissi. Ma dell’animale, nessuna traccia.
- Su, su, granchietto esci fuori. Vieni da paparino. – lo chiamò con tono dolce e un po’ vibrante di collera. A Jack non piaceva doversi innervosire. Sentirsi arrovellare le viscere. Era un emozione che non conosceva e che mai avrebbe voluto conoscere. Ad eccezione di quella volta, però.
Ad eccezione di quando aveva in mano quel cuore palpitante. Vivo. E fissava impotente Will in preda agli spasmi di dolore e di…morte. Jack non avrebbe scordato quelle immagini. Per niente al mondo. Perché forse, nei suoi mille anni da pirata, in quella sola volta fu un grande e coraggioso pirata.
- Mannaggia, mannaggia. – cantilenò irritato. – Rivoglio la mia bussola, comprendi? Possiamo trovare un accordo se vuoi!
E dal profondo degli abissi, qualcuno aveva appena scorto una rotta da seguire.

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